Non tutti sanno che il Dott. Giacomo Oddero nel 1885 aveva fondato a Diano d’Alba una “Cassa dei prestiti” a sistema Raiffeisen – la prima in Piemonte – tipo diffuso in Italia, specialmente nel Veneto del benemerito Dr. Leone Wollenborg di Padova.
Il loro scopo consiste esclusivamente nel concedere piccoli prestiti ai soci agricoltori andando a evitare ogni eventuale speculazione bancaria, l’Unione Agricola attraverso la costituzione della Cassa Rurale di Diano , consentiva di contrarre mutui a modico interesse da un istituto bancario affidabile, somma che veniva (con le debite garanzie) ripartita fra i soci (petenti) , l’interesse del prestito veniva incrementato di una bassissima percentuale che serviva a coprire le sole spese di amministrazione.
Per poter attivare la Rurale di Diano, il Dott. Giacomo Oddero, aveva richiesto alla Cassa di risparmio di Bra un finanziamento sulla scorta dell’esperienza già attuata in Veneto, traferendo pertanto le ricchezze accumulate in aree cittadine alle operose campagne, intervento fortemente sollecitato anche a livello ministeriale stante la situazione di crisi dell’agricoltura italiana.



La “Rurale di Diano” è stata costituita il 25 Ottobre 1885 con Atto Notarile dell’avvocato e notaio Giacomo Oddero, che ne era anche il primo Presidente (provvisorio).
Essa era pertanto figlia dell’Unione Agricola locale, una sorta di società operaio-agricola, di cui era Presidente onorario il Ministro Michele Coppino e dirigente effettivo sempre l’Avv. G. Oddero.
Per strappare il piccolo intervento economico iniziale, il Dott. Oddero ha operato trattative per oltre un anno con la Cassa di risparmio di Bra che anche a seguito ministeriale ha erogato i fondi.
Con l’iniziale intervento ammontane a 5 mila lire, la “Rurale di Diano” poteva iniziare un cammino che nel giro di una decina d’anni l’avrebbe portata ad accumulare un patrimonio superiore al milione di lire e successivamente divenire l’importante realtà attuale costituita dalla “Banca d’Alba”.
Le immagini riportate sono state riprese dalla documentazione storica della Banca d’Alba e della Fam. M. Oddero