Gia dal 1600, a seguito della peste e successiva carestia che avevano provato concretamente la cittadinanza Dianese, l’amministrazione dianese del tempo decise di puntare sulla produzione Vitivinicola di qualità sfruttando positivamente le particolari attidudini del territorio dal punto di vista dell’esposizione, delle pendenze e caratteristiche dei terreni.
Il “Terroir” (termine tecnico che coniuga queste caratteristiche) di Diano d’Alba, era già ben noto all’epoca dei Romani che probabilmente già coltivavano in queste aree i vigneti.
I primi vigneti a partire dal periodo dopo la peste del ‘600, erano allevati in alteno, arbustum gallicum; questa modalità di coltivazione, si differenzia dal tradizionale metodo di coltivazione della vite dal metodo con il quale la vite viene “allevata”. Nel campo di “alteni” la vite viene abbinata alla coltivazione di altre piante da fusto o alla posatura di pali di legno (o di altri materiali), i quali hanno entrambi la funzione di sostenere i rami della vite in modo che possano crescere sollevati da terra.

In pratica l’insieme dei pali (o delle altre piante) fanno sì che la parte frondosa della vite crei una sorta di tetto al di sopra di essa. Da tale soffitto verde sarà poi possibile raccogliere i frutti al tempo della vendemmia.
Con questa modalità la produzione era, però, di bassa quantita e minore qualità rispetto alla successiva modalità che si svilupperà nei periodi successivi.
Il cambio epocale della modo di coltivare (allevare) la vite, avverrà con l’utilizzo del “fil di ferro” sperimentato nella vicina Monforte; con questa innovazione i nostri Avi progressivamente cambieranno le abitudini e le modalità di lavorazione che sfrutteranno la migliore esposizione delle piante alla luce solare e una maggiore facilità nella lavorazione.
Si otterrà un prodotto migliore qualitativamente sia dal punto di vista organolettico che zuccherino.
In questo secondo periodo, si producevano Vini Assemblati costituiti da una molteplicità di “Uve Autoctone” presenti in quel periodo storico.
Nel XIX secolo si inizierà poi a produrre dando maggiore specializzazione al prodotto, dal quale attraverso vinificazione separata si otterranno migliori vini assimilabili agli attuali Barbera e Dolcetto.
La nostra Lista “Uniti per Diano d’Alba”, ha come priorità la ricerca e l’approfondimento storico del territorio, per consentire una migliore promozione dello stesso e per la progettazione del futuro.